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Qual è la differenza tra psicoterapia e psicoanalisi?

Quando decidiamo di iniziare un percorso di terapia, orientarsi può essere complicato. Una domanda frequente di chi si sta guardando intorno per iniziare un percorso psicologico riguarda la differenza tra psicoterapia e psicoanalisi. Vediamo dunque quali sono le divergenze e i punti in comune.

Che cos’è la psicoterapia

Il benessere psicologico e l’equilibrio si possono migliorare grazie all’ausilio di una psicoterapia. Si tratta di un percorso terapeutico basato sulla parola, nel quale il paziente viene aiutato a riconoscere gli schemi di comportamento, i conflitti interiori, le dinamiche interpersonali e gli eventi della sua infanzia che lo hanno condizionato nella sua crescita.

Il percorso di crescita terapeutica prevede una serie di incontri, durante i quali il terapeuta aiuta il paziente a cambiare il modo di pensare, di sentire e di comportarsi.

Che cos’è la psicoanalisi e che differenza c’è con la psicoterapia

La psicoanalisi è una terapia psichica che utilizza il metodo psicoanalitico. Si basa sulla teoria psicoanalitica di Sigmund Freud, che si fonda sull’analisi delle forme di pensiero e delle libere associazioni, ma anche sulla teoria sessuale, focalizzata sulla dinamica dei desideri infantili e le evoluzioni della libido nel corso dello sviluppo.

La psicoanalisi sviluppa l’attività della mente inconscia e delle sue manifestazioni in forma di pensieri, immagini, sogni, lapsus, sintomi, nevrosi, compulsioni e fobie, trasformando le catene di rimando inconsce in una fortificazione del sistema di difesa.

La psicoanalisi parte da una diagnosi in base alla quale si stabilisce un piano terapeutico.

La diagnosi psicoanalitica è diversa da quella psichiatrica: non si basa infatti sull’attribuzione di un’ “etichetta”, ma cerca di comprendere il funzionamento profondo della persona, i suoi schemi di pensiero e di comportamento. Non a caso, questo tipo di diagnosi è detta funzionale.

Altre differenze tra psicoterapia e psicoanalisi

La psicoterapia si svolge in sessioni di circa 50-60 minuti, mentre la psicoanalisi ha di solito una durata di circa 45-50 minuti per sessione. La psicoterapia prevede di solito una sola seduta settimanale o quindicinale, mentre la psicoanalisi prevede in genere due o tre sedute alla settimana (in alcuni casi anche di più).

L’obiettivo della psicoterapia è quello di alleviare i sintomi, mentre quello della psicoanalisi è di liberare l’inconscio dalle catene delle repressioni e dei fattori istintuali.

La differenza tra psicoterapia e psicoanalisi comunque non deve adombrare il fatto che entrambe rappresentano un percorso di crescita interiore, di cambiamento e di guarigione.

Come si svolge una seduta di psicoanalisi

Uno dei tratti caratteristici della psicoanalisi è il fatto che essa non si esercita attraverso una semplice rielaborazione di ciò che il paziente dice, ma attraverso l’interpretazione di comportamenti e di stati d’animo, di sogni e di fantasie.

Prima di entrare nel vivo della seduta, il terapeuta deve essere in grado di individuare in che modo si manifestano i comportamenti del paziente, in che modo questi vive le sue emozioni e quali sono le sue reazioni a determinati stimoli.

In una seduta di psicoanalisi si lavora per osservare, descrivere, interpretare e comprendere il comportamento della persona, cercando di capire se questo è coerente con quanto accade nel suo mondo interno e cercando di individuare nel suo discorso ciò che non è stato detto.

Cosa fa lo psicoanalista

Secondo la teoria psicoanalitica, ogni essere umano è inconsciamente influenzato da eventi accaduti nell’infanzia e in fasi successive come l’adolescenza. La sua esistenza attuale quindi è plasmata dalle esperienze vissute in un passato non troppo lontano. Il lavoro terapeutico consiste nell’individuare i fattori che hanno determinato il carattere di una persona e nel mostrarle come, con l’aiuto del terapeuta, essi possano essere cambiati. Il paziente, che si sottopone ad una seduta di psicoanalisi, infatti, è spesso in uno stato di malessere e/o di incomprensione nei confronti di se stesso e del suo mondo esterno.

La differenza tra analista e psicologo

La differenza tra un analista e uno psicologo può essere compresa in base alla formazione, al tipo di approccio terapeutico e al contesto in cui operano.

Uno psicologo è un professionista che ha conseguito una laurea in psicologia e ha completato un percorso di formazione e pratica clinica. Gli psicologi sono addestrati ad applicare teorie psicologiche, diagnosticare disturbi mentali, condurre valutazioni psicologiche e fornire terapia psicologica a individui, coppie, famiglie o gruppi. Possono utilizzare diversi approcci terapeutici, come la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia psicodinamica, la terapia familiare e molte altre, a seconda delle esigenze dei loro clienti.

D’altra parte, un analista, in particolare un analista psicoanalitico, è un professionista che ha completato una formazione specifica nell’ambito della psicoanalisi. Gli analisti psicoanalitici sono spesso psicologi, medici o professionisti di altre discipline che hanno seguito un percorso di formazione psicoanalitica approfondita. L’approccio psicoanalitico si concentra sull’indagine delle dinamiche inconsce e dei processi mentali profondi. Gli analisti utilizzano l’interpretazione e l’analisi delle dinamiche interne per aiutare i pazienti a comprendere meglio se stessi e affrontare le difficoltà emotive e relazionali.

In sintesi, mentre uno psicologo è un professionista con una formazione più ampia in psicologia che utilizza diversi approcci terapeutici, un analista è un professionista con una formazione specializzata nell’ambito della psicoanalisi che si concentra sull’approfondimento delle dinamiche inconsce. Tuttavia, è importante notare che ci possono essere sovrapposizioni tra le due figure professionali e che le definizioni possono variare a seconda del contesto geografico e delle specifiche normative professionali.

Orientamento psicoanalitico

La teoria psicoanalitica afferma che il paziente possa essere liberato dal suo stato di malessere se il terapeuta è in grado di capire che cosa è accaduto in una certa situazione, che cosa è accaduto nel passato del paziente e che cosa potrebbe ripetersi nel futuro di questi.

Il lavoro terapeutico consiste, quindi, nel lavorare sulla memoria per rivedere le esperienze passate del paziente e nell’analisi di sogni e libere associazioni per capire i sentimenti di quest’ultimo.

La psicoanalisi è una scienza legata al concetto di percorso che è, appunto, la realtà di tutti gli esseri umani; il terapeuta è quindi una guida che deve aiutare il paziente a riconoscere questo percorso e a capire che cosa deve fare per migliorare la propria vita.

-Leggi anche: Come funziona la psicoterapia?

Quanto dura un percorso di psicoanalisi

Un percorso di psicoanalisi dura in media non meno di un anno e mezzo o due anni. In realtà però, la durata di una psicoanalisi dipende molto da vari fattori:

  • la complessità dei temi portati dalla persona;
  • la sua storia di vita;
  • la motivazione e la volontà di comprendersi meglio;
  • la frequenza delle sedute.

Come per ogni percorso terapeutico, anche per la psicoanalisi non esiste un tempo prestabilito che ne regola in modo universale la durata. Ogni analista mette a disposizione dei suoi pazienti il tempo necessario per interromperlo nella maniera più consona e naturale possibile. Quando l’analista interrompe il percorso di analisi è importante che lo faccia con il paziente, e viceversa quando il paziente vorrebbe interrompere le sedute, discuterne con il proprio analista può essere di grande utilità.

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Cosa fare per essere seguiti da uno psicoanalista

La scelta di avere un psicoterapeuta non è dettata da una “perdita di controllo” o da una cattiva gestione delle proprie emozioni, ma da tanti altri fattori che possono essere d’aiuto nel raggiungere l’equilibrio e la serenità. Per essere seguiti da uno psicoterapeuta, bisogna essere pronti a investire dei soldi per raggiungere una condizione di benessere. Tuttavia, spesso questo tipo di consulenza non è coperta dai servizi sanitari e quindi la persona dovrà pagare le sedute in autonomia. Ad ogni modo, le sedute di psicoanalisi possono essere detratte in dichiarazione dei redditi come spese sanitarie, con uno sgravio fiscale del 19 per cento. La domanda che dovrebbe porsi chi sta valutando se iniziare una psicoanalisi è: che cosa sto facendo della mia vita? Quanto mi costa il non fare niente per stare meglio?

Quando lo psicologo interrompe la terapia

La decisione di interrompere una terapia da parte dello psicologo o psicoanalista può essere presa in diversi momenti, a seconda delle circostanze individuali. Di solito, lo psicologo può suggerire di terminare la terapia quando l’obiettivo iniziale è stato raggiunto e si è ottenuto un progresso significativo nel benessere emotivo e nella gestione delle sfide affrontate. Altri motivi possono includere una diminuzione dei sintomi, una maggiore stabilità emotiva e un miglioramento generale della qualità della vita del paziente. In alcuni casi, la terapia può essere interrotta quando il paziente sente di avere acquisito abbastanza strumenti e risorse per affrontare le difficoltà in modo autonomo.

Tuttavia, è importante sottolineare che la decisione di terminare una terapia deve essere presa in accordo tra lo psicologo e il paziente, valutando attentamente le necessità individuali e i progressi raggiunti. La terapia può anche essere interrotta se il paziente desidera esplorare altre opzioni di trattamento o se si verifica una mancanza di fiducia o sintonia tra il terapeuta e il paziente. In ogni caso, la conclusione della terapia viene solitamente accompagnata da una fase di follow-up per garantire una transizione adeguata e fornire supporto nel mantenimento dei risultati ottenuti.

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