Tra febbraio e aprile 2020, la società che controlla la piattaforma di videochiamate “Zoom” ha incrementato i propri ricavi del 169 per cento. Tutti noi però abbiamo fatto esperienza di videochiamate stancanti.
Tra una videochiamata e l’altra, infatti, ci siamo presto resi conto degli effetti collaterali delle videochiamate: la fatica e lo stress.
Vediamo allora 7 fattori che rendono le videochiamate stancanti, e 7 accorgimenti per ridurre la fatica.
Videochiamate stancanti e Zoom Fatigue
La “Zoom fatigue” (“affaticamento da Zoom”) è il fenomeno per cui al termine di una o più videochiamate ci sentiamo esausti, privi di energie, e/o sperimentiamo irritabilità e mal di testa.
I motivi per cui le videochiamate sono stancanti riguardano principalmente queste aree:
- Lo sforzo cognitivo
- L’ansia da prestazione
- La mancanza di privacy
- I problemi tecnici.
Vediamo nel dettaglio questi fattori. Ecco i 7 motivi principali per cui le videochiamate sono stancanti:
- Perdita di informazioni non verbali. Di solito nelle comunicazioni faccia a faccia possiamo contare su tono di voce, micro-espressioni facciali, gesti e distanza tra gli interlocutori. Tutte informazioni che processiamo in modo automatico e senza sforzo. Nella comunicazione in videochiamata non è possibile elaborare questi elementi in modo completo. In effetti, vediamo solo il volto (al massimo mezzo busto) della persona e spesso la qualità della connessione o del mezzo tecnologico non permettono una codifica adeguata degli indizi che di solito utilizziamo per capire le reazioni dell’altro. Inoltre, uno studio ha rilevato che cercare di comprendere gli altri basandosi solo su indizi verbali è faticoso e consuma maggiori energie cognitive.
- Errore di attribuzione. Uno studio del 2014 ha dimostrato che un ritardo di superiore a 1.2 secondi durante una videochiamata faceva percepire l’interlocutore come meno concentrato, amichevole e coscienzioso. Ciò dipende da un effetto chiamato “errore di attribuzione”. In pratica, il ritardo nella risposta viene attribuito erroneamente a caratteristiche di personalità, invece che a problemi di connessione o aspetti tecnici, generando un giudizio automatico nei confronti dell’altro.
- Interpretazione del silenzio. Il silenzio viene spesso evitato nelle interazioni sociali. Di solito intervalla ritmicamente la conversazione; nelle videochiamate però può essere interpretato come un blocco nella connessione o come distrazione. Anche sperimentare “due silenzi diversi” può essere strano, imbarazzante e generare fraintendimenti.
- Privacy. Un’altra fonte di ansia nelle videochiamate riguarda il tema della privacy. L’idea che i bambini, il partner, gli animali domestici o i vicini possano interferire con le nostre videochiamate è davvero stressante. Pensate ad esempio a bambini piccoli o vicini molto rumorosi che decidono di dare il meglio di sé durante un’importante riunione di lavoro.
- Ansia e automonitoraggio. Il fatto di vedere di continuo noi stessi “riflessi” nello schermo all’interno del riquadro dedicato ci fa perdere spontaneità, perché costringe a un auto-monitoraggio continuo. Non siamo abituati a controllare ogni nostra espressione mentre parliamo con gli altri. Doverlo fare può risultare faticoso. Inoltre, in questo periodo di crisi economica la pressione a essere iper-performanti in ambito lavorativo può generare ansia e provocare un notevole stress.
- Multitasking. Essere connessi al pc o al telefono durante una videochiamata ci permette di fare multitasking e occuparci di più cose contemporaneamente. Ascoltiamo il capo o i colleghi parlare e intanto leggiamo le email o le notizie, o ci portiamo avanti con quell’attività importante che abbiamo lasciato indietro. Il multitasking però ci fa perdere efficacia, come è stato dimostrato da tempo in ambito psicologico.
- Non poter dire “no”. Prima del lockdown era facile eludere le uscite fuori con gli altri se eravamo stanchi dopo una lunga giornata di lavoro. Con le videochiamate è più complicato sottrarsi, perché sentiamo di non avere alibi.

Come ridurre lo stress da videochiamate?
Spesso in un solo giorno dobbiamo affrontare diverse videochiamate. Come possiamo arrivare a fine giornata senza essere logorati da questi incontri virtuali?
Qui ci sono alcuni consigli pratici che possono aiutare a ridurre la “Zoom fatigue”:
- Limitare al necessario le videochiamate. Bisogna chiedersi se tutte le videochiamate sono davvero necessarie. Spesso si può risolvere un problema via email o grazie a commenti dettagliati sui documenti condivisi. Oppure potete fare come al punto due.
- Preferire le telefonate. Al telefono dobbiamo concentrarci solo sulla voce dell’altro. Possiamo camminare e muoverci, pensare meglio ed essere più spontanei. Una buona idea è alternare le modalità videochiamata e chiamata telefonica classica.
- Fare pause tra una chiamata e l’altra. Cercare di non passare da una videochiamata alla successiva senza almeno un po’ di stacco. È importante cercare di ri-orientare anche lo sguardo per curare la salute degli occhi (guardare lontano almeno 20 metri per 20 secondi ogni 20 minuti) per evitare mal di testa.
- Se possibile, staccare il video durante le riunioni. Secondo Gianpaolo Petriglieri, esperto di comportamenti in contesti aziendali, l’utilizzo dei video dovrebbe essere opzionale nei meeting virtuali per limitare lo stress, proprio per non mettere sotto ulteriore pressione chi lavora da casa.
- Coprire la propria immagine durante le videochiamate. Se si è costretti a tenere il video aperto e si deve parlare, può essere utile coprire il riquadro che contiene la propria immagine con un post-it. L’auto-monitoraggio riduce la spontaneità e aumenta la fatica. Anche se controllare le proprie espressioni può essere vantaggioso per capire meglio come ci poniamo con gli altri, questa attività implica un alto dispendio di energie cognitive. Ciò è particolarmente vero per chi non ha un buon rapporto con l’immagine di sé.
- Aggiornarsi sullo stato di salute reciproco. Chiedere “Come stai/come state?” permette di stabilire un contatto emotivo prima di iniziare a parlare di lavoro. Inoltre, crea un clima più disteso e rinforza il senso di comunità, cosa che in tempi di pandemia è sempre apprezzabile.
- Dire qualche “no” in più, come faremmo quando siamo stanchi e non vogliamo uscire. Non è sempre obbligatorio partecipare alle videochiamate. Quando non ce la sentiamo e possiamo rifiutare, abbiamo il diritto di farlo.
Dopo mesi di lockdown può succedere di sentirsi esausti e senza motivazione. Alcune persone in questo periodo hanno riflettuto molto su se stesse e hanno deciso di intraprendere un percorso di crescita personale. Se vuoi trovare uno spazio di decompressione, in cui iniziare a capire meglio te stesso e le tue emozioni, contattami tramite il modulo qui sotto. La consulenza psicologica online è una buona scelta
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