L’idea di soffrire ci fa molta paura. Ma ha senso cercare di eliminare la sofferenza una volta per tutte?
A volte ci sentiamo persi e disorientati. Totalmente in balìa.
La sofferenza è un sentimento che non vorremmo mai sperimentare e che a volte facciamo fatica ad affrontare. Come superare la paura di soffrire e iniziare a soffrire bene?
Paura di soffrire come si manifesta
Esistono molte sfumature diverse della sofferenza, che cambia in base alla fonte da cui proviene. Essere abbandonati, traditi, aver perso il lavoro o una persona cara. Trovarsi intrappolati, rinchiusi in se stessi, in una relazione che non funziona più o in un lavoro che non ci piace. Veder crollare un progetto di vita a causa di eventi al di fuori della nostra volontà. Essere soli e non sentirsi amati.
Di fronte alla sofferenza siamo spesso disorientati. Ma anche rabbiosi, nostalgici e sgomenti.
Perché soffriamo
Soffriamo perché ci sentiamo persi e lontani da noi stessi o da ciò che amiamo.
Soffrire ci riporta all’incertezza e al senso di vulnerabilità di quando eravamo piccoli e dovevamo fare affidamento su qualcun altro per sopravvivere. Ogni episodio di abbandono, di separazione e perdita ci fa rivivere quei momenti in cui ci siamo sentiti travolti da una realtà più grande di noi, che non potevamo controllare e che poteva danneggiarci.
La volta che ci siamo persi in un supermercato e pensavamo di essere stati abbandonati. Il pomeriggio in cui abbiamo aspettato ore prima che ci venissero a prendere a scuola. Il giorno in cui i nostri genitori ci hanno detto che avrebbero divorziato.
Queste scene primarie rimangono dentro di noi. L’impronta di quelle memorie resta impressa nella mente. Quando da bambini ci siamo sentiti indifesi e persi, abbiamo avuto la sensazione di poter andare in pezzi e di essere totalmente alla mercé degli eventi.
Crescendo, ogni episodio simile riattiva quelle antiche paure. Anche se siamo adulti con un lavoro, una macchina, responsabilità manageriali, quello che sentiamo di fronte alle emozioni travolgenti è disorientamento, impotenza, terrore. Siamo sempre esposti alla sofferenza al di là del nostro successo, dell’intelligenza e della fama, perché dentro di noi continua a vivere quel bambino spaventato, che si è sentito solo in un momento difficile.

Sentirsi persi e disorientati
In alcune situazioni siamo noi stessi a rendere il dolore che proviamo più intenso e duraturo. Ciò avviene per diverse ragioni:
- Tolleriamo con difficoltà di essere vulnerabili, quindi respingiamo le emozioni che non ci piacciono.
- Cercando di distaccarci dalla sofferenza ne raddoppiamo l’intensità, perché al soffrire aggiungiamo la paura di stare male.
- Iniziamo ad accusarci e svalutarci e crediamo di meritare quella sofferenza. In questo modo la tratteniamo e le impediamo di svanire, aumentandone la durata.
A volte di fronte alla sofferenza cerchiamo i colpevoli, i responsabili. Quando non li troviamo diventiamo paranoici, pensando che qualcuno o qualcosa stia tramando contro la nostra tranquillità. Sono gli echi delle paure del bambino dentro di noi, che abbiamo il compito di abbracciare e rassicurare. “Lo so, sto soffrendo anch’io. Sono qui. Tutto passerà”.
Come smettere di soffrire
Cosa facciamo quando queste sensazioni tornano a farci visita e ci riportano alla sensazione di essere inequivocabilmente indifesi?
Se l’ansia, l’angoscia e la paura tornano a tormentarci, dovremmo effettivamente sperimentare ansia, angoscia e paura, ricordandoci che sono emozioni e stati d’animo e che non dureranno per sempre. Le emozioni sono intense e di breve durata; gli stati d’animo durano un po’ di più, ma hanno comunque una fine e si alternano di continuo.
Certo, alcuni episodi lasceranno cicatrici, ma non possiamo evitarlo. Sarà dura. Ci sentiremo colpiti allo stomaco, travolti, annullati. Ma passerà, perché questa è la vita, con le sue oscillazioni, i momenti buoni e quelli peggiori.
Dovremmo ricordare che tutto passa e fare un respiro profondo. Pensare che le emozioni e l’ansia non uccidono, che per quanto possiamo stare male e non dormire questa notte, domani il sole sorgerà, la terra continuerà la sua rotazione su se stessa, le stagioni cambieranno. Queste nuvole svaniranno e torneremo a essere felici. E dopo passerà anche la felicità e capiterà di essere di nuovo tristi e arrabbiati e soli. E così via…
Come funzionano le emozioni
Siamo fatti per il 70 per cento d’acqua: non c’è modo migliore per descrivere le nostre emozioni se non come onde. A volte le onde sono morbide e accoglienti. Cullano e accompagnano. Altre volte invece sono travolgenti e ci impediscono di respirare.
I sentimenti sono più simili alle stagioni, durano di più, ma sono comunque momentanei e ciclici. Per qualche mese potremmo sentirci cupi e freddi, come l’inverno, per poi tornare a fiorire e ad essere estate.
Le persone mentalmente forti non sono quelle che non soffrono. Sono invece coloro che lasciano entrare le emozioni difficili e hanno la pazienza di navigare nella tempesta.
Cose da ricordare quando soffriamo
Di fronte alla sofferenza dovremmo ricordare di:
- Essere gentili con noi stessi. Sospendere l’autoaccusa e rimandare la valutazione dei propri errori a quando saremo più sereni.
- Capire che siamo vulnerabili, continuamente esposti a fluttuazioni nelle onde del nostro oceano interiore e delle cose che ci capitano.
- Nella sofferenza è buona prassi evitare la fretta e la paura e scegliere invece la pazienza.
- Abbiamo il diritto di esistere e la sofferenza non ci rende deboli, meno validi o inadeguati.
Non si può eliminare per sempre la sofferenza, ma possiamo evitare di soffrire più del necessario.
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